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Cani in cerca di anime

In centinaia di osservazioni ambientali, molto spesso mi sono trovato a contatto di splendidi esemplari delle più diverse razze animali selvatiche.
Che appartenessero a specie di avifauna o da pelliccia o ungulati o da tana, che fossero diurni o notturni, nel caldo dell'estate o nel fango dell'inverno e della neve, il loro aspetto aveva sempre una caratteristica comune; tutti apparivano splendidi, asciutti, forti, puliti anche nelle penne o nel pelo o nella punta dei lunghi baffi, anche nei piedi nudi e tra i morbidi polpastrelli delle dita!
Per questa ragione, forse, un po' alla volta mi sono convinto di tenere i miei cani liberi in recinti all'aperto, in grado di scegliersi da soli la pioggia, il sole, la neve, l'asciutto del porticato o il riparo ( il meno frequentato) di una cuccia di legno.
Li ho osservati costantemente in assoluta autonomia ed indifferenza rispetto alle condizioni metereologiche, tanto da giocare con la medesima felicità e per ore anche sotto la neve o addormentarsi sotto la pioggiarella autunnale.
Nonostante ciò ho prova poliennale di cani molto longevi, di costante salute, di buon pelo, di grande energia e vitalità e, praticamente, nessuno di loro ha dovuto conoscere il Veterinario.
Siamo sicuri, quindi, che preferire i cani sulla poltrona del salotto o con il cappottino quando escono di sera insieme al corredo di una farmacia ben fornita sia sinonimo di più grande amore, maggiore rispetto e salute?
Siamo sicuri di non essere noi le vittime inconsce di brutte abitudini e di cattivi insegnamenti?
Ieri sera però, al termine delle abituali e scandalose trasmissioni televisive, questa volta il contenuto paracinofilo, sono entrato in crisi e mi sono chiesto: se domani improvvisamente arrivasse a casa mia un cameramen televisivo e si mettesse a riprendere in primo piano le inevitabili smagliature del canile, le innumerevoli impronte sul fango abbandonate visto la pioggia, qualche escremento (con l'inevitabile mosca) lasciato nel verde del prato un coccio rosicchiato da un cuccioline abituato a ruotarsi i denti e, nel commento, venissero definiti di "fame" i guaiti festosi, come finirebbe la storia davanti ai moderni tipi di telespettatori?
E se arrivassero quelle squadre di "animalisti" dai lugubri stendardi, dai lunghi peli intorno alle facce rubiconde, dalle pance molli di sazietà e incominciassero a raccontare elucubrazioni prive di senso allo sprovveduto Jimmy Ghione di turno?
E se scavassero lungo il parco alberato trovassero, un metro sotto, ossa di vecchi cani campioni sepolti dalla mano tremante e bagnata dalle bolze della vanga in una miscela di sudore e lacrime, sfuggita al controllo di un cuore infranto nel commiato da un vero compagno di avventure?
Se scoprissero che noi , cani e cagnaro, eravamo cacciatori?
E se la nostra faccia rugosa e canuta di anziano armato di soli occhiali venisse ripetutamente accostata e poi dissolta nel video insieme a quella di un noto serial killer, che idee si farebbero di me i nipotini d'Italia?
Anche la serenità è divenuta un frutto difficile da coltivare, rinchiusi a tempo pieno in riserve indiane guardate da zombi in proliferazione esagerata…
Finalmente abbiamo anche il cane televisivo; stupito, immobile, imbalsamato, snervato da migliaia di quotidiane ed ossessive costruzioni, privato anche della libertà dei più elementari bisogni fisiologici, cancellato negli istinti, come una icona in procinto di smaterializzarsi.
A volte, non vi pare di vivere la stagione di luci senza colori, sorrisi senza emozioni, istinto relegato nel buio delle chiavi di casa al chiuso di una cameretta , alla costrizione di un lavoro demotivante, ai soliti attimi di rivincita vissuti in automobile? Allora, perché non calzare un paio di scarponi chiodati , non indossare un velluto di taglia superiore , spingendo forte sulle gambe, non arrampicarsi lungo la più cruda territorialità per ritrovare un'anima in cerca del suo corpo?
Hai mai sentito parlare di cani in grado di cercare e fermare anche l'anima?